L’Osteopatia Strutturale, si concentra principalmente sulla biomeccanica e il funzionamento delle articolazioni, dei muscoli e dei legamenti, nonché agli elementi vascolari, linfatici e neurologici ad essi connessi. Questo perché ogni articolazione è soggetta a diversi gradi di movimento che si manifestano su tutti i piani dello spazio e spesso successivamente a uno stress o a un trauma, un’articolazione risulta essere limitata in uno o più gradi di movimento. Inoltre, considera l’apparato muscolo scheletrico in relazione al funzionamento di tutti gli apparati e organi del corpo.
Esso rappresenta parte integrante dell’esame fisico del paziente; la diagnosi strutturale prevede l’osservazione, la palpazione, la percussione e l’auscultazione ed è rivolta alla valutazione del sistema muscolo-scheletrico con l’obiettivo di individuare la presenza e la rilevanza di una o più disfunzioni somatiche.
Per Disfunzione somatica si intente: funzionalità alterata o danneggiata di componenti del sistema somatico (strutture scheletriche, articolari e miofasciali) in relazione tra loro. Per definirla a livello pratico si utilizzano quattro elementi definiti con l’acronimo T.A.R.T. ovvero: Tenderness (sensibilità), Asimmetria della forma, Range motorio (alterazione di movimento), Tessuti con consistenza anomala.
Una volta individuata la disfunzione somatica e cosa la causa, andando a manipolare muscoli e articolazioni attraverso tecniche come le TEM (Tecniche ad energia muscolare) le HVLA (alta velocità e bassa ampiezza) le articolatorie o lavorando sui tessuti molli, l’osteopata cerca di riportare il sistema nelle condizioni migliori per guarire.